pesca sgombro

La pesca allo sgombro è un’attività che differisce in base alla temperatura dell’acqua e quindi al periodo in cui decidiamo di andare alla ricerca di questo pesce azzurro. Prima di passare in rassegna delle diverse tecniche capiamo qualcosa di più rispetto a questo animale marino.

Lo sgombro comune o scombro viene chiamato anche maccarello e appartiene alla famiglia degli Sgombridae. Si tratta di un pesce pelagico e gregario, ovvero preferisce il mare aperto popolando grossi banchi costituiti da centinaia di esemplari. Durante l’inverno vive a largo, avvicinandosi alla costa durante i mesi più caldi, ovvero tra marzo e ottobre.

Puoi trovarlo in tutto il mar Mediterraneo, a pochi metri e fino a 250 metri di profondità. Riconoscerlo è abbastanza semplice. È infatti dotato di:

  • Corpo aerodinamico
  • Testa appuntita
  • Dorso verde azzurro con striature scure
  • Livrea di colore bianco argenteo
  • Pinne grigie (due dorsali, due pettorali, due ventrali, una anale e una caudale)

Il maccarello può arrivare a pesare fino a 1,5 kg con una lunghezza compresa tra i 30 e i 40 cm. Cosa mangia lo sgombro? Si nutre di diversi animali: zooplancton che rappresenta la quasi totalità della sua dieta, ma anche crostacei, sardine, acciughe e aringhe.

In questo articolo vedremo come si pesca agli sgombri, dove insidiarlo e quali sono le migliori esche per tirarlo su.

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Dove e quando si pesca lo sgombro?

La pesca dello sgombro viene praticata in tutte le acque del Mar Mediterraneo, ma puoi trovare questa specie anche nel Mar Nero e nel Nord Atlantico. Vive in fitti branchi di centinaia o migliaia di individui raggiungendo profondità molto elevate.

Questo comportamento permette loro di scampare ai molteplici predatori che vanno a caccia di questa specie. Gli sgombri sono infatti facile preda di tonni, palamiti, squali e perfino calamari.

In che periodo si va a pesca di sgombri?

I mesi migliori per insidiare questo predatore sono da marzo a giugno, sebbene sia possibile catturare qualche esemplare anche in pieno inverno. Attenzione ai periodi in cui si riproduce. Lo sgombro infatti depone le uova tra marzo e maggio, in acque la cui temperatura varia tra i 12 e i 13 gradi.

Eco alcune informazioni importanti:

  • Dopo che la femmina ha deposto le uova servono 5 giorni di incubazione prima che le larve siano pronte a uscire;
  • A circa un anno, lo sgombro pesa circa 200 grammi per 25 cm;
  • La maturità sessuale sopraggiunge intorno ai 3 anni, quando ormai misura circa 30 cm;
  • Dopo 10 anni pesa tra i 350 e i 500 g per circa 35 cm;
  • Lo sgombro può vivere fino a 20 anni.

Ora che sai tutti i dettagli su questa specie, vediamo quali sono le tecniche di pesca allo sgombro. Scopri di più continuando a leggere.

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Quale tecnica usare per la pesca dello sgombro?

La pesca dello sgombro viene praticata non solo a livello industriale ma anche dagli sportivi. Per farlo si utilizza generalmente una barca e quindi anche un ecoscandaglio con cui sondare il fondale. Tra le tecniche più in uso per insidiare questo pesce ricordiamo:

  1. Traina
  2. Bolentino
  3. Spinning

La pesca dello sgombro a traina si svolge generalmente di giorno a batimetriche che oscillano tra i 70 e il 130 metri di profondità. Ti accorgerai subito della presenza di un grosso banco per via dei gabbiani. Per questa tecnica si utilizzano artificiali minnow con piombatura leggera.

Anche per il bolentino abbiamo bisogno di un’imbarcazione adatta al mare aperto. Per pescare gli sgombri ti servirà la giusta attrezzatura, ovvero canne da pesca telescopiche che possono arrivare fino a 5 metri e mulinelli leggeri, ma con una buona frizione. Inoltre, è fondamentale il brumeggio per richiamare la minutaglia e scatenare l’azione famelica dei pesci.

Un mix tra bolentino, Vertical Jigging e traina costiera è la tecnica di pesca che prevede l’uso di sabiki. Si tratta di un’esca multifunzionale o meglio una vera e propria montatura costituita da una sequenza di ami in verticale e con un piombo alla fine.

Infine, è possibile pescare lo sgombro con la tecnica a spinning, efficace sia dalla riva che dalla barca. È fondamentale lanciare l’esca il più lontano possibile attraverso una canna potente e disponendo di un mulinello sufficientemente capiente. Nella fase di recupero bisogna animare l’esca con maestria al fine di stimolare l’aggressione da parte della preda.

A proposito di esche e artificiali, nel prossimo paragrafo vedremo quali sono i principali utilizzati per la pesca degli sgombri.

I migliori artificiali per pescare gli sgombri

Per pescare gli sgombri puoi utilizzare diverse esche artificiali, tra cui ricordiamo:

  1. Piume
  2. Ondulanti
  3. Jig
  4. Piccoli minnow
  5. Esche siliconiche

Si tratta di artificiali per lo spinning che puoi utilizzare anche per la traina costiera. Naturalmente bisogna sempre ricordarsi di pasturare la zona con pezzi di sardina o con sfarinati sempre a base di sarde.

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