Cerchi info sullo shore jigging in Italia? Sei nel posto giusto.
Lo shore jigging è una forma di pesca spinning che si pratica lanciando e recuperando il jig dalla riva. Questa tecnica, in contrasto con il vertical jigging, praticato dalla barca, ha guadagnato popolarità in Giappone, Grecia e, sempre più, in Italia. La diversità delle specie presenti lungo le coste italiane, come pesce azzurro, tonno, ricciola, dentice e cernie, offre molte opportunità per chi preferisce questa disciplina.
In questo articolo, esploreremo tutto ciò che c’è da sapere su questa affascinante tecnica di pesca: dalle prede più comuni alle attrezzature necessarie, passando per i migliori spot lungo le coste italiane.
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SOMMARIO
- Shore Jigging: le origini al di fuori dell’Italia
- Dove praticare lo shore jigging?
- Che trecciato usare per lo shore jigging?
- Che mulinello usare per lo shore jigging?
- Quali prede pescare a shore jigging in Italia?
Shore Jigging: le origini al di fuori dell’Italia
Lo shore jigging nasce in Giappone, paese noto per l’innovazione nelle tecniche di pesca. Qui, pescatori esperti svilupparono questa pratica per catturare i predatori marini che popolano i fondali rocciosi e le acque profonde. La peculiarità di questa tecnica risiede nell’uso del metal jig, un’esca artificiale in metallo che viene lanciata e recuperata con movimenti alternati, creando un’azione di “sfarfallio” irresistibile per i pesci.
A differenza dello spinning classico, che prevede un recupero continuo o con jerkate start&stop, nello shore jigging alterni fasi di recupero a momenti di pausa. Durante queste pause, il jig affonda, producendo vibrazioni e movimenti che attraggono le prede. Molto spesso, è proprio in questi momenti di “caduta” che il pesce attacca.
È una tecnica che può risultare impegnativa, ma anche incredibilmente gratificante, permettendoti di affrontare pesci di grandi dimensioni che altre tecniche di pesca difficilmente riescono a catturare.
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Dove praticare lo shore jigging?
Le scogliere sono tra i migliori spot per praticare questa tecnica. Queste offrono accesso ad acque profonde, con profondità che variano dagli 8 ai 15 metri o più, permettendoti di lavorare il jig in modo efficace e di attirare una varietà di specie ittiche.
Presta attenzione anche agli ostacoli presenti sul fondale, poiché influenzeranno la scelta degli ami e delle esche:
- Su fondali rocciosi potresti optare per ami singoli assist anziché ancorette posteriori per ridurre il rischio di incagli
- Le zone con molta risacca e schiuma sono altrettanto promettenti, poiché attirano molte specie di pesci. Qui, i jig possono rivelarsi estremamente efficaci grazie alle vibrazioni e ai movimenti che imitano una preda in difficoltà
- Anche i muri frangiflutti e i moli offrono ottime opportunità per lo shore jigging. I muri frangiflutti creano zone di corrente e turbolenze dove i pesci amano nascondersi in attesa di prede. I moli, invece, con la loro struttura e le aree ombreggiate, forniscono rifugio a molti pesci, rendendoli punti ideali per lanciare il tuo jig.
- Infine, le spiagge, soprattutto quelle con un rapido declino verso acque più profonde, possono essere altrettanto efficaci, offrendo la possibilità di raggiungere zone ricche di pesce anche a pochi metri dalla riva.
Ora che sai dove puoi praticare questa disciplina analizziamo nel dettaglio le varie attrezzature per lo shore jiggin che puoi trovare in Italia.
Che trecciato usare per lo shore jigging?
Il trecciato si distingue per la sua mancanza di elasticità, caratteristica fondamentale che consente all’esca di muoversi in modo naturale e reattivo. Quando selezioni il filo, opta per uno sottile, preferibilmente ottenuto da 8 capi. Questo tipo di trecciato infatti taglia meglio l’acqua durante le jiggate, offrendo un eccellente equilibrio tra diametro e durata.
Per la pesca più pesante, puoi tranquillamente superare lo 0,24 mm di diametro. Se preferisci una pesca più leggera, invece, un diametro di 0,18 mm sarà sufficiente. Ricorda che il mulinello dovrebbe contenere almeno 250-300 metri di trecciato. I pesci azzurri, infatti, tendono a tirare molto e a prendere parecchio filo durante il combattimento.
Parliamo anche del nodo. I nodi PR e FG sono tra i più consigliati per il loro equilibrio tra resistenza e dimensione, garantendo una connessione solida e affidabile tra trecciato e terminale. Per quanto concerne il terminale, invece, la sua lunghezza può variare a seconda delle situazioni, ma spesso si preferisce un terminale più lungo per evitare che il fluorocarbon sfreghi contro il fondo o gli scogli. Un diametro di 0,50 mm per il fluorocarbon è generalmente consigliato per resistere all’abrasione.
Infine, utilizza uno snap o, meglio ancora, una combinazione di solid ring e split ring per collegare l’esca. Questo setup offre un ottimo compromesso tra robustezza e facilità di cambio dell’esca. Non dimenticare di avere a portata di mano delle pinze da split ring per velocizzare le operazioni di sostituzione dell’artificiale.
Che mulinello usare per lo shore jigging?
A questo punto, vediamo quali caratteristiche deve avere un buon mulinello per praticare la tecnica dello shore jiggin in Italia. Questo strumento di pesca deve essere:
- Robusto e resistente: ogni jerkata o jiggata mette a dura prova l’attrezzatura, quindi la resistenza è fondamentale per affrontare l’impatto delle esche pesanti e la tensione esercitata dalle lunghe canne
- Potente: devi poter gestire esche pesanti e la tensione della canna senza problemi. La capacità di filo è altrettanto importante: un mulinello con una buona capacità di filo ti permette di pescare a grandi profondità. Durante l’azione, i pesci possono prendere molto filo rapidamente, quindi assicurati che il tuo mulinello possa contenere almeno 250-300 metri di trecciato per essere sempre pronto a qualsiasi evenienza
- Leggero: pescare per ore con un mulinello pesante può risultare estenuante. Preferisci i modelli monoscocca, che offrono una buona capacità di filo mantenendo una struttura leggera. In questo modo puoi manovrare il mulinello più a lungo e con maggiore comfort, affrontando pesci di grandi dimensioni senza difficoltà
Infine, un elemento spesso sottovalutato ma altrettanto importante è il knob del mulinello. Un knob ben progettato ti aiuta a mantenere il controllo del mulinello anche nelle situazioni più difficili, migliorando la tua capacità di recupero e la gestione del pesce.
Quali prede pescare a shore jigging in Italia?
Quando pratichi lo shore jigging lungo le coste italiane, hai l’opportunità di insidiare una vasta gamma di prede marine. Vediamo le principali:
- Palamite: questo pesce pelagico è una delle prede più ambite per i praticanti dello shore jigging. La sua aggressività e la sua resistenza lo rendono un avversario davvero stimolante
- Dentici e simili: i dentici e le specie simili, come le spigole, sono comuni lungo le coste italiane e rispondono bene alle tecniche di pesca con jig
- Cernie: sono pesci molto ricercati dai pescatori sportivi per le loro dimensioni impressionanti e la lotta vigorosa che offrono una volta catturate
- Alletterati: sono noti per la loro aggressività e il loro aspetto affascinante. Catturarli con lo shore jigging è un’esperienza emozionante e gratificante
- Tombarelli: chiamati anche pomatomidi, sono pesci pelagici che si trovano spesso vicino alla costa. La loro carne gustosa li rende una preda apprezzata dai pescatori
- Ricciole: sono prede ambite per i pescatori sportivi, grazie alla loro taglia imponente e alla loro forza durante la lotta
- Barracuda: sono noti per la loro velocità e aggressività
- Lampughe: si tratta di pesci migratori che si trovano spesso in banchi numerosi lungo le coste italiane
Questi sono solo alcuni esempi delle prede che potresti incontrare durante le tue avventure di shore jigging in Italia. La varietà delle specie e la possibilità di fare incontri sorprendenti sono parte del fascino di questa affascinante tecnica di pesca.
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