La pesca al polpo è un’attività capace di dare grandi soddisfazioni sia ai professionisti che agli sportivi. Ci sono infatti diverse tecniche che è possibile adoperare per catturare questi cefalopodi, alcuni anche molto sorprendenti. Prima di vedere come pescare i polpi scopriamo insieme le sue caratteristiche e perché è sbagliato chiamarli “polipi”.
Anzitutto il polpo (Octopus Vulgaris) è un mollusco cefalopode, mentre il polipo appartiene a l phylum degli Cnidari. Già differenziando la loro classe di appartenenza capiamo che si tratta di due animali marini diversi. Il polpo infatti è dotato di:
- Una testa con due occhi;
- Una struttura chiamata mantello;
- 8 tentacoli (o braccia) provvisti di ventose;
- Un organo copulatore detto ectocotilo;
- Una conchiglia interna ridotta o assente;
- Una bocca a forma di becco collocata sotto la testa.
Caratteristica davvero sorprendente dei polpi è la loro pelle. Quest’ultima infatti è molto liscia e permette a questo cefalopode di mimetizzarsi nell’ambiente in cui si trova. Tale straordinaria capacità mimetica permette al polpo di nascondersi egregiamente tra i fondali. Ecco perché è così difficile andare a pesca di polpi.
Fin dai tempi più antichi il cefalopode endococleato veniva insidiato da riva, ma anche dalla barca oppure in subacquea. In questo articolo vedremo quali sono i diversi approcci per la pesca al polpo.
Prosegui nella lettura.
- Quali sono le tecniche di pesca al polpo
- Pesca al polpo da riva e dagli scogli
- Come pescare i polpi dalla barca
- Catturare i polpi in apnea
Quali sono le tecniche di pesca al polpo?
La pesca del polpo è affascinantissima proprio perché possiamo adoperare diverse tecniche. Tutto l’anno – e in particolare da settembre a dicembre – andare a caccia di questo cefalopode è possibile:
- A mano con la polpara;
- Con la pesca a eging;
- A surfcasting;
- Con pesca rock fishing;
- A bolognese;
- A feeder con pastura;
- In apnea.
Il polpo abita le zone tropicale, subtropicale e temperate e non supera il 150 metri di profondità. Predilige le zone costiere e quelle caratterizzate da anfratti dove deporre e proteggere le uova. Tuttavia, quando si trova su fondali sabbiosi, utilizza conchiglie e perfino lattine per difendere le uova dagli attacchi dei suoi predatori.
Ama i bivalvi, cioè le cozze, le ostriche, le vongole, ovvero tutti quei molluschi racchiusi in una conchiglia. La sua tecnica di caccia è geniale: attende pazientemente vicino alla preda e infila una pietruzza tra le due valve. In questo modo, il gioco è fatto!
Conoscere le abitudini alimentari e il comportamento delle prede da pescare è essenziale, poiché ci permette di individuare i luoghi dove stazionano e come catturarle. Specie per i polpi, la situazione si fa intrigante, perché il mollusco è bravissimo a mimetizzarsi e può anche mordere.
Ecco perché la pesca ai polpi rappresenta una vera e propria avventura. La sua è una vita solitaria, ma molto ricca di stimoli e colpi di genio. La sua curiosità e la sua intelligenza lo rendono un animale particolare ed evoluto.
Vediamo dunque come pescare i polpi nei diversi spot scelti.
Pesca al polpo da riva e dagli scogli
Per pescare i polpi da terra, cioè da riva oppure dagli scogli, rechiamoci a mare, presso le coste o vicino le dighe frangiflutti a protezione dei porti. Questi spot sono appartati e prediletti da questi cefalopodi, perché possono stazionare senza essere disturbati. Catturarli richiede pazienza e la giusta attrezzatura.
Una canna bolognese è l’ideale, ma dal momento che il polpo è un cefalopode, anche le canne da eging sono perfette. Per le esche per polpi puoi utilizzare la classica polpara conica oppure la polpara a forma di granchio. È una tecnica molto antica che si pratica senza canna e a volte anche senza ami. Tradizionale, ma veramente difficile.
Poi ci sono le esche egi, gli artificiali hard bait dotati di coroncina, cioè, quelli perfetti per seppie e calamari. Ebbene, li puoi usare anche per insidiare i polpi.
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Come pescare i polpi dalla barca
Un modo tradizionale per pescare i polpi è dalla barca. Puoi utilizzare qualsiasi imbarcazione, l’importante è che sia stabile anche in acque poco mosse. Ti basterà allontanarti dalla riva e arrivare là dove i fondali sprofondano tra i 5 e i 15 metri.
Dalla barca sarà sufficiente una lenza a mano, costituita da un monofilo di due o tre millimetri. È importante che il filo sia lungo almeno una cinquantina di metri con un piccolo piombo e la polpara classica. Si tratta di un piombo a forma di pera costituito da diversi ami, ciascuno con l’ardiglione rivolto verso l’alto. In alternativa è possibile legare una zampa di gallina legata a uno strofinaccio bianco.
L’azione è semplice: basterà calare l’esca da trainare per un po’ sul fondo, in modo tale da sondare il terreno. Il mollusco lo scambierà per una preda e quindi tenderà ad attaccarla. Quando il polpo è allamato bisognerà agire velocemente, altrimenti c’è il rischio che il cefalopode si trascini l’esca fin dentro la tana.
Catturare i polpi in apnea
La pesca in apnea viene praticata per la cattura dei polpi di taglia medio-grande attraverso l’utilizzo di un fucile ad apione o fiocina. Generalmente il sub si immerge alla ricerca della preda perlustrando le cavità tra gli scogli. Il polpo infatti si costruisce una tana all’interno di insenature rocciose oppure scavando direttamente nella sabbia, al di sotto di un sasso.
Tutto intorno è una muraglia di pietruzze che fungono da barriera contro gli attacchi dei predatori. Siccome è un abile trasformista, il polpo è anche difficile da individuare e questa è l’unica vera difficoltà per il pescatore. Tuttavia, possiamo procedere per indizi.
Questo cefalopode intelligentissimo cambia colore a seconda del terreno in cui si trova, ma la sua presenza è tradita da un particolare. Il movimento dei sifoni. Ecco come lo individueremo: andremo a osservare se c’è presenza di avanzi di pasto, se ci sono le tracce di uno scavo o di sassi accatastati.
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